LA VOLONTÀ HA SCONFITTO LA PAURA!
Durante il mio volontariato presso l’associazione F.A.S.M. (Associazione Famiglie Salute Mentale) quando mi occupavo della direzione artistica dello spettacolo di solidarietà che ogni anno organizziamo nei quali i ragazzi si impegnano a recitare,cantare,ballare e si esibiscono con tanta gioia ed entusiasmo, nel 2011 accadde un bellissimo fatto che capitò proprio durante le prove e successivamente fino all’esibizione stessa.
Lo spettacolo era ispirato all’arcobaleno.
Il gruppo del giornalino che si riunisce il lunedì pomeriggio iniziò con me e altri volontari a lavorare sulle emozioni che dà l’arcobaleno, (questo lavoro da modo a utenti e volontari di esprimersi e di partecipare attivamente alla stesura del neo-spettacolo) e così si inizia semplicemente ad elencare da una persona all'altra sensazioni, emozioni ecc. suscitate dall'argomento; un volontario prende nota delle cose appena dette, poi insieme si analizzano tutte le idee e si fa una scelta delle più meritevoli di approfondimenti, il brogliaccio dello spettacolo nasce così.
Le tematiche scelte in gruppo furono:
- sembra fatto dalla tavolozza di un pittore, allora successivamente in scena ci fu un ragazzo che dipinse l’arcobaleno vestito da pittore con pennelli e colori tavolozza ecc...
- ci fa sognare, allora in scena ci fu una persona che cantò “i sogni son desideri” e una volontaria con un ragazzo vestiti da principe e principessa che ballarono il valzer...
- ci fa venire in mente il folletto, la magia, il mondo delle favole, allora in scena ci fu un giullare che recitava frasi in rima. (Con mia zia e mia madre realizzammo i vestiti. da giullare e le scarpe con l’imbottitura e la punta ritta girata, il vestito da principe, principessa e Pittore).
- nello spettacolo furono cantate delle canzoni, lette delle poesie ecc.ecc..
E arriviamo al fatto che capitò proprio durante le prove di questo spettacolo.
Da 3 anni nel gruppo è arrivata una ragazza che dicono parli in casa, ma con gli altri no.
Una sera mentre la volontaria Natascia la riportava a casa, le ha sussurrato qualcosa, e da quel giorno con lei quando sono sole ha iniziato ad aprirsi e sussurrare qualcosa.
Alle prove, pur sapendo che la ragazza non parlava, sul copione dello spettacolo le avevo dato una parte che consisteva nel dire “io sono il verde”; notai che lei vedendosi messa al pari degli altri cominciò dirmi si con la testa, e iniziò a provare a leggere la sua frase, ma i ragazzi iniziarono a dirmi Paola ma lo sai che .Lia non parla! Il lunedì successivo al giornalino li sgridai tutti e dissi che quando sarebbe stato il suo turno non volevo sentire volare una mosca, ne brusii ecc in quanto anche io sapevo che non parlava, ma avevo notato in lei la voglia di provare a parlare e quindi era una prova che volevo fare. Arrivata alla FASM il giovedì sera la volontaria Natascia mi disse che durante l’ultimo viaggio in macchina le aveva espresso il desiderio di leggere una poesia che le piaceva e indicandomi sul copione la poesia poi indicando se stessa mi fece capire anche a me che la voleva recitare lei.
Risposi di si ma poichè una poesia non si poteva mimare quindi doveva necessariamente parlare (e sapendo che lei con noi non aveva mai parlato non credevo si sarebbe mai arrivati a fargliela recitare) le lasciai la possibilità di provare.
Lo spettacolo inizia proprio con questa poesia, dissi a tutti:
“questa sera la poesia la legge Lia e non Luca. Luca tiene sta dietro di lei e se occorre la aiuta. Quindi Lia prese il microfono e iniziò un lunghissima gesticolazione con la bocca, ma niente, non usciva nemmeno una vocale, gli altri ragazzi impazienti iniziarono un brusio e a farmi cenni di disapprovazione, per dirmi è inutile perdi solo tempo! Allora dissi: adesso conto fino a 10 e se non hai detto niente la legge Luca. Iniziai a contare molto lentamente tipo 1 poi dopo 60 secondi 2 , 2 e mezzo, e lei ogni volta mi diceva no con il dito perchè non andassi avanti a contare.
-Tu fai il tuo lavoro, che io faccio il mio, le risposi.
Nel frattempo anche l'altra volontaria la spronava a leggere la poesia. Contando sono arrivata a 5 le ho detto “ma chi è più forte? chi vince? quello che non te la fa dire o la voglia di dirla?" (E lei fece cenno di si con la testa)
Allora forza! Poi lo vedi, tutti parlano fra loro non ti guarda nessuno. Luca spazientito ha detto 6 e dopo poco ha detto 7, 8 e in quell’istante abbiamo sentito al microfono una vocina. Avevo..
Nella stanza si è fatto un silenzio di tomba e Lia ha ricominciato a leggere la poesia Avevo una scatola di colori....
È una poesia abbastanza lunga e lei l’ha letta tutta!
Al termine nella stanza è esploso un applauso generale che non finiva più.
Avevamo sentito la sua voce,
nessuno credeva che avrebbe mai parlato,
tutti ci siamo emozionati nel vedere lo sforzo enorme che faceva e aveva fatto pur di dire la poesia.
Alla fine si, la volontà ha sconfitto la paura!
Non ci crederete ma quella sera sono andata a dormire che avevo ancora il sorriso sulle labbra per quanto era successo.
Lia lesse tutta la poesia alle prove successive, al teatro del Giglio a LU, e a tutte le repliche dello stesso.
La poesia che fece il "miracolo" è questa
HO DIPINTO LA PACE (Tali Sorek, La pace e la guerra)
Avevo una scatola di colori,
brillanti decisi e vivi
avevo una scatola di colori,
alcuni caldi,
alcuni molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti,
non avevo il nero
per il pianto degli orfani,
non avevo il bianco
per il volto dei morti
non avevo il giallo
per le sabbie ardenti.
Ma avevo l'arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste per i chiari
cieli splendenti
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
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